Meno di tre anni come marittimo sulle navi rivestite di amianto bastano per contrarre una malattia mortale. Questa è la drammatica testimonianza di L., nato a Procida, un luogo in cui imbarcarsi è nel dna di famiglia.
Pochi mesi in mare e poi il resto della vita lavorativa come impiegato postale. Una malattia incurabile che si presenta dopo più di quarant’anni dal primo imbarco, ma un verdetto che non lascia dubbi: L. è morto a causa di un tumore ai polmoni determinato dall’esposizione alle fibre di amianto con il quale le navi sulle quali ha prestato servizio erano foderate.
Malgrado sia prossimo alla fine, L. ha il coraggio di intentare causa contro le compagnie proprietarie delle navi. Da casa, in videoconferenza, segue il processo che si tiene nel Delaware, presso la Corte Superiore distrettuale degli Stati Uniti, e riesce a ottenere un risarcimento di 800 mila dollari.